Fuori porta c’è…

Fuori porta c’è…

Lazio, tra piccole oasi naturali e borghi abbandonati, con quel suo patrimonio da offrire, appena al di là delle mura. Dunque, posizionati al confine fra Toscana, Umbria, Campania e Marche, ci si può imbattere in una serie di ‘gioielli’, che valgono la pena di essere visitati a piedi, in treno o, magari, in bicicletta. Località, pregne di un’identità forte e in grado di assolvere alle esigenze più disparate. Vero momento di fuga dallo stress quotidiano…

Sacro bosco di Bomarzo

In provincia di Viterbo, ci addentriamo in un classico, per quel che riguarda le gite laziali, fonte di ispirazione, tra l’altro, per generazioni di architetti. Anche noto come Parco dei Mostri, si caratterizza per la presenza di statue, dall’aspetto inquietante e architetture, espressione del genere grotesque, del XVI secolo. Commissionato, a suo tempo, dal principe Pier Francesco Orsini e progettato da Pirro Ligorio, il luogo rimane, tuttora, avvolto da un’aura di fitto mistero.

Civita di Bagnoregio

Rimaniamo in zona, a circa 110 km dalla Capitale, per inoltrarci nel posto rinominato ‘la città che muore‘. La roccia su cui poggia il paese è, difatti, in costante erosione, motivo per cui il borgo risulta semi-disabitato ed è raggiungibile unicamente a piedi, per mezzo di un ponte. Una località dalla bellezza rara, pressoché sospesa nel tempo, affascinante avamposto, per chi ama lavorare di fantasia.

Giardini di Ninfa

Cisterna di Latina – ne abbiamo parlato già in altre occasioni – si trova, invece, il parco, di proprietà della Fondazione Caetani. Un terreno, che si estende per circa 8 ettari e deve il suo nome alla presenza di un tempietto d’epoca romana, dedicato alle Naiadi. Il giardino, un tempo, poggiava sulla città di Ninfa, sito di passaggio cardine, per incamminarsi, dal Lazio, in direzione del sud Italia. A tal proposito, divenne motivo di contesa, nel corso del 1300. Più volte saccheggiato, venne poi abbandonato e recuperato negli Anni ’20, da parte di Gelasio Caetani, che ce lo ha regalato, per come lo conosciamo adesso.

Parco Naturale Marturanum

Questa volta ci spostiamo a Barbarano Romano, sede del Parco Naturale, anch’esso in prossimità di Viterbo, caratteristico per i numerosi sentieri, completamente immersi nella natura. Cascate, grotte e boschi rendono il luogo, a tratti, magico. Ciò che maggiormente stupisce, da queste parti, è l’eterogeneità degli ambienti. Ci si traduce, infatti, dal percorso delle necropoli etrusche al borgo medievale, ancora magnificamente conservato e non si può che rimanerne ugualmente colpiti e incantati.

Sperlonga

Anche di Sperlonga si è, in qualche modo, accennato. Fa parte – lo ricordiamo – del circuito dei borghi più belli d’Italia. Di fatto, è situato in una posizione, a dir poco strategica: sull’alto di uno sperone roccioso, da cui la bellezza domina ogni angolo: la sabbia dorata, le casette e il mare, pulitissimo. Irrinunciabile, se si arriva fin qui, una visita alla Villa dell’Imperatore romano Tiberio, sede del Museo Archeologico Nazionale, oltre che al cuore antico della città, vero coacervo di storicità.

Lago di Nemi

Adiacente al Borgo di Nemi si trova il lago, che porta addosso lo stesso nome, segnalato da molti come una tra le mete più affascinanti dei Colli Albani. L’itinerario per scoprire il paesaggio circostante è quello che percorre le rive, passando per il Museo delle Navi Romane e Il Tempio di Diana, fra siti di culto della Lega Latina. Tutt’intorno, un percorso alternativo, in salita, balcone, da cui godere di un ampio panorama.

Calcata

Un borgo, quello in esame, scavato nella roccia, a soli 50 chilometri da Roma. Un paesello semi disperso, in cui è possibile isolarsi per una giornata intera, alla scoperta di botteghe e laboratori artigianali, fotografia del commercio locale. Non a caso, è e continua ad essere sinonimo di tempi lenti, che poco attengono al vivere urbano (il telefono, qui, non prende quasi mai). Le case, dello stesso colore della roccia, sul fare del tramonto, nulla hanno a che invidiare ad un dipinto.

Il castello di Bracciano

Meglio noto come Castello Orsini-Odescalchi, costituisce la dimora storica della famiglia, sin dal 1470. Racconta di un passato travagliato, oggetto di disputa tra le casate nobiliari di Roma, Colonna e Borgia, dapprima e, successivamente, appunto, Odescalchi. Oggi è possibile addentrarsi nei suoi segreti, grazia ad una visita guidata, su prenotazione. In alternativa, si presenta come location ideale, per eventi privati e cerimonie.

LEGGI ANCHE: Giardino di Ninfa: quell’Eden alle porte di Roma

LEGGI ANCHE: Se vi volete baciare… venite a Sperlonga