Fanerogame: come dire… un mare di zucchero

Fanerogame: come dire… un mare di zucchero

Cosa si nasconde in fondo all’oceano? Enormi montagne di… zucchero. Proprio così, avete letto bene: zucchero.

Spieghiamo meglio… Le praterie di fanerogame rappresentano quella tipologia di pianta che, spesso, ondeggia fluttuante sui fondali marini. L’habitat, a ben guardare, per numerose specie, animali e vegetali. Quel che, però, è del tutto nuovo è che le suddette foreste acquatiche possono immagazzinare rilevanti quantità di zuccheri.

Secondo quanto accreditato dagli ultimi studi condotti al riguardo, stando alla superficie mondiale, le ‘nostre’ potrebbero contenere fino a 1,3 milioni di tonnellate di saccarosio. Una scoperta rilevante e non certo di poco conto. Per comprendere appieno le dimensioni di cui stiamo raccontando, basti pensare che sarebbero – in linea teorica – sufficienti per la composizione di circa 32 miliardi di lattine di Coca-Cola.

Le fanerogame marine producono zucchero durante il processo di fotosintesi“, spiegano gli esperti del Max Planck Institute for Marine Microbiology, in Germania.

In condizioni di luce media, queste piante utilizzano la maggior parte degli zuccheri che producono, per il proprio metabolismo e la propria crescita. Ma in condizioni di luce intensa, ad esempio a mezzogiorno o durante l’estate, le piante producono più zucchero di quello che possono utilizzare o immagazzinare. Quindi, rilasciano il saccarosio in eccesso nella loro rizosfera. Immaginiamola come una valvola troppo piena“.

E, le stessa flora che si rintraccia nelle profondità del mare, rappresenta anche una riserva fondamentale per il blue carbon (carbonio – in pratica – prelevato dagli ecosistemi, oceanici e costieri). Un’area di fanerogame può aspirare – addirittura – il doppio del carbonio di una foresta delle medesime dimensioni sulla terraferma e 35 volte più velocemente.

Certo, le notizie rispetto ai preziosi elementi in esame sono tuttora relativamente scarsi. Di certo rimane, tuttavia, l’attività umana che, a poco a poco, ne sta facendo scempio e la necessità, quanto prima e in piena coscienza individuale, di porre fine al disastro ambientale in corso.

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