Tre abiti da sposa per Norma Jean

Tre abiti da sposa per Norma Jean

Sessant’anni da quando se ne è andata, lasciando alle spalle un’infinità di ricordi, più o meno malinconici e un guardaroba iconico. Abiti, che hanno saputo imporsi all’immaginario collettivo per lo stile, inconfondibile, sia nel privato, sia nella versione Diva, offerta al proprio pubblico. Marilyn bella – di più, bellissima – ammirata, imitata… mai eguagliata, interprete di alcuni tra i capi più glam dello scorso secolo. Eppure in pochi, forse, conoscono i tre outfit sposa scelti, in occasione delle altrettante cerimonie.

Mi sentivo come se fossi il ragazzo più fortunato del mondo. È stato come essere in luna di miele per un anno. Non ho mai conosciuto Marilyn Monroe, e non pretendo di avere alcuna intuizione su di lei, fino ad oggi. Conoscevo e amavo Norma Jean“.
  • La foto risale al 19 giugno 1942, quando l’allora Norma Jean Baker convolò all’altare con James Dougherty. All’epoca, l’aspirante attrice aveva solo 16 anni, tre in meno del marito. Era stata cresciuta da due famiglie adottive, senza mai conoscere il padre e aveva poca dimestichezza con le faccende della vita. Considerate – pure – le condizioni economiche, si decise, dunque per un abito bianco, modesto, tradizionale e dalle maniche lunghe. Ad adornare le chiome, un velo – i capelli ancora castani – un grande bouquet di fiori tra le mani e, unico gioiello, una collana.

Per trascorrere la Luna di miele, la coppia si recò in un lago presso la contea di Ventura, per poi trasferirsi in un monolocale a Sherman Oaks, dove visse per alcuni anni. Nel 1944, quando l’uomo si arruolò in marina, la ragazza iniziò a lavorare in una fabbrica di aeroplani. Fu in quell’occasione che venne notata da un fotografo, che la spinse verso la carriera di modella. Una volta che Dougherty fu di ritorno, il desiderio di indipendenza ebbe la meglio e, in breve, il rapporto si deteriorò. Nel 1946 avvenne il divorzio e i due non si videro, né sentirono più.

  • Accantonata la prima esperienza, Marilyn incomincia a farsi notare nel contesto della pubblicità, prima; poi in quello del Cinema, al punto da venir notata, nel 1951, dal campione di baseball Joe Di Maggio, che subito insiste per incontrarla. Accadimento, questo, che ha luogo al Chasen’s, ristorante in cui si organizza, a completamento, anche una piccola festa. Un colpo di fulmine, quello tra i due. Trascorsi 18 mesi di corteggiamento e a seguito di un dono risolutivo – un immenso albero di Natale, con appeso un cartello di auguri – la coppia si sposa, in forma privata, il 14 gennaio 1954, presso il Municipio di San Francisco. La bionda stella, per l’evento, evita il bianco ed opta per un dress code sobrio, marrone scuro, a mezza gamba, con colletto in pelliccia e abbottonatura centrale.

274 giorni di amore folle, interrotti dalla gelosia persistente di Lui, inconciliabile con l’esposizione mediatica della moglie. Resteranno buoni amici per tutta la vita e, dopo la scomparsa della donna, nel 1962, l’atleta proseguirà ad inviarle, ogni settimana, un mazzo di rose sulla tomba, fino alla propria morte, datata 1999. 

  • L’ultimo Sì corrisponde, probabilmente, al vero tocco di stile. Il fortunato, stavolta, è Arthur Miller. Il drammaturgo mette la fede al dito della Star Hollywoodiana nel 1956, prima grazie al rito religioso ebraico; poi, civilmente. A presenziare, soli due testimoni, mentre i festeggiamenti, ridotti ad appena 25 persone, avvengono nella casa di Westchester dell’agente di Miller, Kay Brown. Autore della terza mise è Norman Norell, stilista di fiducia di Marilyn che, in suo onore, rispolvera linee dal taglio classico, dall’aspetto dolce e, al contempo, sensuale.

I due si erano incontrati ad una festa, Arthur ancora legato alla prima moglie, Mary Slattery. Dovettero, quindi, attendere le pratiche del divorzio. Un’unione, all’apparenza, indissolubile. “A to M, giugno 1956. Ora è per sempre“, recitava la scritta sul monile che Lui le aveva regalato, appena tre giorni dopo la celebrazione. Per quest’ultima, Monroe aveva – invece – preso in prestito un anello da sua madre. Niente da fare: cinque anni più tardi la storia naufraga, complici i tre aborti spontanei dell’attrice e la sua dipendenza da alcool e droghe.

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