Cinesica: quella lastra ai nostri pensieri…

Cinesica: quella lastra ai nostri pensieri…

Il copro parla, lo sapevate? E lo fa, al di là dei discorsi. Talvolta, basta un piccolo movimento, un cambio di postura o una semplice espressione facciale, per far intendere più di quello che si vorrebbe o si potrebbe supporre. Così, avviene lo svelamento di informazioni che, magari, preferiremmo tenere per noi. Stando agli esperti, insomma: “Le nostre espressioni facciali, il linguaggio del corpo e persino la distanza fisica inviano un messaggio“.

Comunichiamo costantemente, in modo non verbale“, tanto da poterci scambiare fino a 10.000 segnali, in meno di un minuto e non è detto che i gesti aderiscano sempre a quel che la bocca pronuncia.

Ebbene, a studiare il vocabolario del corpo è, appunto, una particolare disciplina, la Cinesica, termine ideato dall’antropologo americano Ray Birdwhistell, negli anni cinquanta

Del resto, bisogna considerare che è davvero difficile poter contraffare i propri pensieri. Bisognerebbe possedere la consapevolezza – e insieme il controllo – di tutti i muscoli, in ogni singolo istante. Fateci caso, ad esempio: quando il vostro interlocutore prende ad incrociare braccia o gambe mentre vi parla, probabilmente si sta mettendo sulla difensiva.

Allo stesso modo, se la persona con la quale state conversando inizia a giocherellare con la penna, scarabocchia o guarda il telefono, mantenendo spesso la testa bassa, potrebbe voler dire che è poco presente, relativamente interessato/a all’argomento. Diversamente, si mangia le unghie? Trattasi, in tal caso, di un modo alternativo per comunicare insicurezza. Impazienza, oppure noia, si fanno invece notare, attraverso il tamburellio delle dita e pure evitare lo sguardo dell’altro /a può risultare illuminante. Mezzo, quest’ultimo, adoperato per sviare.

Di contro, occhi negli occhi, impavidi, è segno di sincerità ed apertura. Ancora, toccarsi un orecchio, la fronte, le ciglia, gli occhi, la bocca o il collo può essere un segnale negativo, di scarsa fiducia, chiusura e insicurezza.

Seduti, ma rilassati o anche in piedi, mani lungo i fianchi: è tutto a posto. Meno lo è se chi ci sta di fronte posiziona le mani subito sotto la vita Si cela, latente, un certo grado di aggressività. Palmi alzati e rivolti al pubblico? Si è in cerca, evidentemente, di interazione. Al contrario delle mani in tasca, tipiche di chi tende a farsi gli affari propri.

Un sorriso, aperto e sincero, è paragonabile ad una sorta di biglietto da visita, ma persino la posizione che si occupa nello spazio può essere indicativa dello stato d’animo di un individuo. La prossemica racconta di quattro zone, nel dettaglio: intima, personale, sociale e pubblica.

A sorpresa – e qui chiudiamo il breve excursus – gli studiosi confermano che la distanza che comprende la sfera intima e personale è aumentata dai 30 cm – negli anni ’90 – ai circa 45 cm, in tempi più recenti. Non solo: “Le persone, spesso, si posizionano più vicino a coloro con cui si sentono a proprio agio e più lontano da coloro di cui diffidano“.

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