L’ultima delle Principesse, carica di dignità

L’ultima delle Principesse, carica di dignità

Lui va. Lei… resta. E, con Lei, tante altre, a cominciare da Marina, amica, prima ancora che figlia. Erede, non solo di un patrimonio incalcolabile ma, soprattutto, della rivendicazione di di un falso storico. L’imprenditrice, prima fan del suo papà, non vuole altro che “la verità… cominci finalmente ad essere letta, senza le lenti deformanti del pregiudizio e dell’odio“. Come darle torto?

C’è Marta Fascina, a cui il Cavaliere è rimasto legato fino all’ultimo giorno. Anzi, all’ultima ora. La 33enne quasi moglie, dopo la cerimonia che il 19 marzo 2022 l’ha vista unirsi simbolicamente – e sentimentalmente – all’86enne. L’ultima Lupa… o l’ultima badante, come qualcuno, con una certa acrimonia e con spirito sagace, si è soffermato a definirla.

Prima, al suo posto, Carla Elvira Lucia dall’Oglio, legittima consorte dal 1965. Un colpo di fulmine, il suo, quello con Silvio, sfociato nel matrimonio e terminato nel 1980, per via dell’incontro con Veronica, per l’appunto.

Dal 2012 al 2020, Francesca Pascale, attualmente unita civilmente con la cantante Paola Turci.

Eccoli tutti a raccolta, gli Amori di Lui: quelli legittimi, s’intenda.

Ma torniamo a Lei, Veronica. Sono suoi tre dei cinque figli: Barbara, Eleonora e Luigi e 8, tra i tanti, tantissimi (17, in tutto) nipoti. Ragazzi che entrambi, da buoni nonni, hanno amato: “lui è fatto così. E’ impossibile fargli cambiare idee ma è un buon padre. Adora i suoi ragazzi“. Del resto, si erano amati, perdutamente e reciprocamente, a loro volta. “E’ la compagna migliore che un uomo possa desiderare: ha una grande forza di carattere, è affabile e discreta“. Così la descriveva, il Cavaliere. Raccontava della sua splendida sposa, carico di orgoglio e, intanto, la riempiva di rose rosse, per corteggiarla.

Lei, pregna di riserbo e di silenzio, da allora. Da quando, cioè, una scia indistinta di nomi, curve, fragranze… che potremmo sintetizzare in ‘profumo di donna’ riuscì a rapire l’anima (non il cuore, sia ben inteso) del suo uomo. A frammentarne l’esistenza, a farlo oscillare, agli occhi di chi spettatore, lo guardava. Ebbene, armata del fascino che le è proprio, del giusto e doveroso cipiglio, di intelligenza… Lei ha scelto di rimanere, andandosene.

Lei, coraggiosa la punto tale da cambiare la storia, in quell’oramai lontano – ma indimenticabile – gennaio del 2007, quando scrisse a Repubblica una lettera di denunzia che, tuttavia, era – anche – una certificazione d’ amore. Un sentimento ferito, certo, forse terminato ma che non rinunciava, neppure in quella amara circostanza, a chiedere rispetto. Per se stessa, ma anche per il compagno, estremo tentativo – chissà – di salvarlo dal calvario che sia era auto-creato: “Ho cercato di aiutare mio marito. Ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile. Credevo avessero capito, mi sono sbagliata“.

Veronica… e la fine. La resa dei governi, il terminare di un’epoca, l’eclissi del potere.

Qualche notte prima, durante la cerimonia per la consegna dei Telegatti, Berlusconi aveva scherzato con Mara Carfagna, dichiarandosi pronto a sposarla subito, se non fosse stato già occupato. “A mio marito e all’uomo pubblico – scriveva la nostra, in risposta – chiedo pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente e chiedo se debba considerarmi la metà di niente“. E ancora: “Devo dare alle mie figlie l’esempio di una donna che sa tutelare la propria dignità. E voglio aiutare mio figlio a mettere il rispetto per le donne tra i suoi valori fondamentali“.

Cominciò, così, l’epopea delle varie Noemi, Ruby e delle Olgettine, a cominciare da Nicole Minetti, divenute una sigla, un toponimo; le impiegate di concetto del famigerato bunga bunga. Tutte inesorabilmente uguali, indistinguibili, almeno nel nostro immaginario. Tutte riassumibili in un solo volto. “Ciarpame“, archetipo di qualcosa a cui, probabilmente, molti maschi ambirebbero. Gli uomini… non sappiamo.

A fronte di Lei, vera e perciò, almeno all’apparenza, meno fondamentale.

Alla signora Veronica Lario vennero assegnati un milione e quattrocentomila euro al mese, ma la Cassazione, dopo alcuni anni, le tolse il vitalizio e le impose di restituire sessanta milioni all’ex marito. “All’ex moglie che sta bene economicamente, l’ex marito, anche se ricco, non deve nulla“, fu sentenziato. Nonostante questo, il peso dei simboli divenne più forte della legge. Berlusconi risarcito da Veronica fu un esito che l’Italia non si aspettava. “Silvio in tribunale la spunta sempre“, dichiarò, allora, la donna.

E l’amore? “C’è chi crede che possa durare tutta la vita, Chi crede che, con il tempo, diventi qualcos’altro e chi pensa che sia un contenitore, dentro al quale sono state costruite delle realtà e degli affetti importanti, superiori a quell’incantamento iniziale che il tempo e l’abitudine appannano: una famiglia, dei figli, un rapporto privilegiato tra due persone“.

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