Ore concitate alla ricerca del Titan…

Ore concitate alla ricerca del Titan…

Dal sogno… alla tragedia. Così, per le persone a bordo del Titan, il sommergibile disperso durante un’immersione verso il relitto del Titanic. Una roba per pochi, privilegiati, nababbi. Turisti milionari, armati di senso dell’avventura, curiosità e, ovvio, possibilità economiche. Dunque, si lotta contro il tempo. L’autonomia, spiegano gli esperti, “scade” nella tarda mattinata di giovedì. Fino a venerdì, quindi, le speranze rimangono, nonostante tutto, accese.

Ebbene, le ultime notizie, al riguardo, raccontano che sarebbero stati captati, dal sonar, “rumori di colpi“. Lo riporta la Cnn, che cita un promemoria interno del governo degli Stati Uniti.

Colpi, secondo i soccorritori impiegati nelle ricerche, uditi “ogni 30 minuti e, quattro ore dopo, i dispositivi sonar dispiegati nella zona hanno rilevato altri segnali regolari“. Un successivo aggiornamento del rapporto annuncia: “E’ stato ascoltato un feedback acustico aggiuntivo, che aiuterà ad indirizzare le risorse di superficie e indica che potrebbero esserci sopravvissuti“.

Quante ore di ossigeno restano?

Questo, lo accennavamo, rimane da chiarire. Un aereo canadese P3 ha anche individuato un oggetto rettangolare bianco nell’acqua, ma la nave destinata ad indagare è stata dirottata altrimenti, al fine di aiutare nel rilevamento del feedback acustico.

EVIDENTI MANCHEVOLEZZE

Intanto, si viene a sapere che l’ex direttore delle operazioni marittime di OceanGate, la compagnia proprietaria del sottomarino scomparso, prima di essere licenziato, già 5 anni fa, aveva sollevato una serie di preoccupazioni. Medesimi dubbi, nutriti dal comitato Manned Underwater Vehicles della Marine Technology Society, associazione con l’obiettivo di promuovere la tecnologia oceanica ed educare il pubblico sull’argomento.

L’industria delle imbarcazioni sommergibili non era affatto convinta dell’approccio per così dire – “sperimentale” e avvertiva delle possibili conseguenze “catastrofiche“.

IL CONTRATTO

Emergono, nel frattempo, anche i dettagli – quanto meno macabri – sulle clausole del contratto pre-missione. Vale a dire, “nessuna precedente esperienza subacquea richiesta” prima di partire, bensì ”tre firme, per essere a conoscenza che potresti morire durante il viaggio”.

Ancora: “Probabilmente ricorderai che anche un sottomarino OceanGate in viaggio verso il relitto del Titanic si è perso, per alcune ore, la scorsa estate“. Ecco, quanto postato sui Social dal giornalista della CBS David Pogue.

Vincitore di un Emmy, il cronista ha visitato il batiscafo nel 2022 e non perde – adesso – occasione, per rendere noto il suo vissuto, dai risvolti inquietanti. “Durante l’immersione, le comunicazioni si sono interrotte“, racconta. Il sottomarino non ha mai trovato il relitto“.

A fargli eco, uno tra i passeggeri di allora: “Ci siamo persi. Ci siamo persi per due ore e mezza“. L’uomo, poi, rivela che Stockton Rush, fondatore di OceanGate, avrebbe offerto loro “una nuova possibilità gratuita, per l’anno prossimo“.

UN VIAGGIO NON CERTIFICATO

E, mentre, nel dispiegamento delle risorse in campo entra in ballo, oltre al Pentagono, l’Aviazione, la Marina, la Guardia Costiera Americana e Canadese anche la Francia, OceanGate Expeditions afferma che sta facendo “ogni passo possibile“, per riportare in salvo i cinque membri dell’equipaggio a bordo.

Visitatori, che hanno sborsato, per scendere a quasi 13.000 piedi sotto il livello del mare, ben $ 250.000 e che hanno dovuto accettare di firmare, per compiere l’impresa, una rinuncia, coscienti che il mezzo non fosse approvato da nessun organismo di regolamentazione. “Questa nave sperimentale non è stata approvata o certificata da alcun organismo di regolamentazione e potrebbe provocare lesioni fisiche, traumi emotivi o morte“, recita il regolamento.

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