Pizza? A portafoglio, ci piace di più

Pizza? A portafoglio, ci piace di più

Parliamoci chiaro: chi risiede nella Capitale e l’esperienza ha avuto modo di farla, lo sa già. ‘Mai fidarsi delle apparenze!‘, insegna la lezione e non resta che prenderne atto.

Di fatto, appropinquandosi all’uscio sembra di entrare in un garage dismesso. Un rettangolo, atto a contenere tutto il materiale necessario per produrre. Cosa? Pizze, naturalmente. Anzi, per la precisione, pizzette a Portafoglio, edite dai Fratelli Nuccilli.

Cotte e mangiate, insomma, secondo la sempiterna tradizione partenopea. Del resto, il necessario c’è tutto. A cominciare dal forno a legna, che non lascia dubbi sulla produzione; ai panetti, stesi e lavorati, uno via l’altro.

L’idea di Massimo e Gianluca ha preso corpo lo scorso 12 febbraio, sorta di bugigattolo in zona Montagnola, capace di riservare tante, piacevoli, sorprese.

Già, perché sul banco, in bella mostra, non c’è proprio nulla. In compenso, lateralmente alla sala, spicca una grande lavagna, con su elencate le innumerevoli e golose offerte della casa.

Si va dalle classiche rosse: Margherita, Napoli, Diavola, Funghi, Parmigiana, Marinara… alle focacce, alle bianche, alle tipiche Romane, ideate in virtù della location: Arrabbiata, Cacio e pepe, Carbonara, Gricia, Amatriciana.

Tutto, rimanendo ancorati, nelle misure e nei prezzi, alle convenzioni di sempre. Si va dai 2 euro della rossa, fino agli 8,50 delle più costose. Contenuti, del resto, anche i tempi di produzione. Entri, ordini e, dopo circa due minuti, il gioco è fatto. Hai tra le mani un involucro di carta caldo caldo, ripiegato in 4 su se stesso, capace, se non di farti sognare, almeno di deliziarti il palato. Streed food, insomma, ante litteram, traslato e riproposto per l’occasione,a testimoniare che, certe abitudini, evidentemente, non tradiscono.

180 gr di impasto in formato mignon, da gustare servendosi solo di mani aperte e bocca spalancata. In piedi, al volo, oppure a portar via, secondo le esigenze. Niente piatti, posate o posti a sedere. Solo il necessario il che, ovviamente, riduce di molto i costi.

Dalle 11.00 del mattino fino alle 19.15 i clienti entrano, susseguendosi in continuazione. Si avvicendano, come di fronte ad una catena di montaggio e assistono a quello che possiede tutti i canoni di un rito. Farina 00 e lievito di birra, idratazione piuttosto alta e un tempo di maturazione, che non scende sotto le 48 ore. A seguire, i condimenti, semplici, genuini, veloci. Niente fritti; in compenso, la sera si dà libera concessione alla romanità, lo accennavamo. Passate le 19.30 e fino alle 21.30, gli stessi panetti possono essere tirati al mattarello, in versioni capitoline più sottili e croccanti. 

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