L’isola dei peccatori dove peccare è di casa

L’isola dei peccatori dove peccare è di casa

Dieci chilometri di superficie priva di rilievi, dove si concentrano tutta la ricchezza e la biodiversità della natura del Mediterraneo.

Eccola qui, l’isola Piatta, così, altrimenti, viene chiamata, frutto di depositi marini e sedimenti. Un Paradiso, Pianosa, riserva naturale, tutelato dallo Stato e, forse, la beffa sta proprio qui. A cominciare dalla caccia alle cernie, vietata, ovvio. Eppure, a dispetto – financo – degli scrupolosi subacquei, ci pensano gli agenti di custodia o i detenuti a farle finire in padella. Alla faccia della legge.

Il minimo, a ben guardare, perché da queste parti i crimini abbondano e non ad opera di chi si trova già dietro le sbarre.

Si parla di sesso, tanto sesso. Almeno, questo, è quel che trapela dal resoconto della procura di Livorno. Il fascicolo 1456/22, partendo proprio dalle denunce di alcuni detenuti, parla chiaro e racconta di 37 indagati: altri carcerati, agenti, lo stesso direttore del carcere, il comandante dei carabinieri di Capoliveri, all’Elba, sospettato di avere spifferato di una inchiesta segreta mentre, nel frattempo, chiedeva favori.

I pm hanno chiesto l’archiviazione e al momento, l’intero faldone è nelle mani del giudice preliminare. Tuttavia, seppur esentati della rilevanza penale, i fatti emersi appaiono sorprendenti. “Un ingresso di donne, a Pianosa, con detenuti che fanno la fila. Rapporti amorosi di un agente di polizia penitenziaria con un detenuto di Pianosa, il quale (il detenuto) avrebbe la libertà di guidare autovetture sull’isola e di comandare gli altri detenuti“. Non solo. Sempre l’uomo “pescherebbe di frodo, spartendosi il pescato con alcuni agenti“.

E se, in risposta, si assicura che il giro di ragazze, durante l’inverno, non ha luogo, “durante l’estate, so per certo che ci sono donne che vengono qui, proprio per fare turismo sessuale con i detenuti… Arrivano ragazze, perché vogliono avere l’esperienza mozzafiato. Questo te lo posso assicurare, perché mi è stato segnalato!“. In effetti, in data 20 agosto 2020, il detenuto tal dei tali, uno tra i 20 di Porto Azzurro ammessi, per buona condotta, a lavorare a Pianosa, era stato sorpreso “a consumare un rapporto sessuale con una turista“. La comandante dei secondini, interrogata a sua volta sul perché non avesse denunciato l’episodio, aveva replicato: “Eh, ma tanto lo sapete che è un luna park, qui a Pianosa!“, non riferendosi certo alle bellezze del posto, pur invidiabili.

Continuiamo. Sull’isola, accerta l’indagine, approdano Vip di ogni genere, viaggiando sui mezzi navali della Polizia penitenziaria. Non si parla dei magistrati ospiti della foresteria che, se non altro, fanno regolare domanda, ma di persone che, in smacco a qualsiasi tipo di regola, arrivano, con il banestare di chi, invece, dovrebbe sorvegliare.

Qualche esempio? L’11 luglio 2020 i carabinieri hanno fotografato la motovedetta della Penitenziaria, con attaccato un tender di proprietà della famiglia Bulgari. A bordo, architetti, esperti di finanza e numerosi altri invitati eccellenti: “il presidente del tribunale di sorveglianza con la moglie, il professor Massetti, Massimo Boldi, Vittorio Sgarbi, il provveditore Fullone, l’ingegner De Ferrari“. Cosa ci faceva Boldi? “Era lì, per rallegrare i detenuti“. Raggelante. Caso isolato? Per di più, sembra di no: “Tutte le vedette che ho fatto con chi a bordo. Io ne ho di storie, lunghe chilometri...”, rivela un agente intercettato.

Nelle carte, compaiono, tra gli altri, i nomi di Lino Banfi, Pippo Baudo, Duilio Giammaria, Andrea Ripa di Meana, Luca Carboni e Gianluca Di Chiara. Un via vai impressionante.

Secondo i carabinieri, capofila degli illeciti sarebbe l’assistente della Penitenziaria, quello fidanzato con il detenuto, le cui imprese sarebbero “sistematicamente” state coperte dal supervisione del direttore di Porto Azzurro e dal suo entourage.

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