Non sono una Signora: non per questo andavo trattata così!

Non sono una Signora: non per questo andavo trattata così!

Per un attimo ci avevamo creduto o, almeno, ci abbiamo provato. O meglio, ci hanno creduto o, se non altro, è questo quanto appariva, sinceramente emozionati e compresi nel ruolo, quanti, in veste di concorrenti, hanno preso parte allo spettacolo.

Ovviamente, per prima, ci ha creduto Lei – e come avrebbe potuto essere altrimenti? – finalmente, dopo stagioni e stagioni, con in mano un programma tutto suo, di cui poter andare fiera.

E, invece, no. Non è bastato fare da fanalino, all’interno di un palinsesto – quello estivo – privo di idee e di guizzi. Benché il ‘grosso’, con la stagione calda, come da prassi, si sia tenuto defilato, Non sono una Signora, vanto di un’Alba Parietti restia a dare forfait, non ce l’ha fatta.

Il format – recita la formula burocratica – è altamente incompatibile con la nuova linea editoriale decisa dalla Rai e con le idee e la condotta del nuovo Governo in carica. Dunque, l’attesa? seconda edizione, prevista in autunno, non si farà.

Arte drag, che si accomiata dai nostri palinsesti, a dispetto di chi, investendo su se stesso, ha dimostrato – o ha tentato di farlo – quanto sia importante non prendersi troppo sul serio, sponsorizzando, invece, il valore dell’immedesimazione e dell’empatia.  

Tant’è – dicevamo – non è bastato, nonostante il pubblico medio di Rai2 si sia dimostrato molto più aperto e pronto di quanto i vertici non vogliano ammettere. Nonostante, a puntare sull’idea e mettersi in gioco siano stati, al di là di chi questo lo fa di mestiere (vedi le giudici, Elecktra Bionic, Vanessa Van Cartier e Maruska Starr) in parecchi. Tanti uomini, da Rocco Siffredi a Patrizio Rispo, da Costantino Vitagliano a Sergio Muniz, da Fabio Fulco ad Andreas Muller, da Paolo Ciavarro ad Anrdrea Lo Cicero, etc. e anche due donne: Roberta Capua e Stefania Orlando. Curiosi ed ubbidienti, tutti, nel sottoporsi alle sedute interminabili di trucco; alle ore di prove, da effettuare su tacco 12…

Tutto finito, così. E, un tantino, è un peccato. Certo, la formula, probabilmente, andrebbe riveduta, alleggerita, ancora troppo schematica e farraginosa. Rivisitato, forse, anche il cast: Mara Maionchi, sostituita in ultimo da Amanda Lear (tutto un altro passo), sta a dimostrare che qualcosa, in questo senso, si può fare. Passino le presenze di Sabrina Salerno e Cristina D’Avena; qualche perplessità la desta, il sia pure gradito, Filippo Magnini.

Dicevamo, qualche cambiamento, in corso d’opera, era addirittura scontato. Del resto, stiamo parlando di una trasmissione dalle sorti combattute, sin dall’inizio. La messa in onda era prevista, già dallo scorso inverno. Tuttavia, dispiace che non sia stata colta l’occasione. Fa specie che non si sia avuta la capacità di mirare oltre l’ostacolo; di cogliere il messaggio, pulito, che emergeva, sopra le pecche, più o meno evidenti.

E, invece, ci ritroviamo, a fine agosto, ancora alle prese – prenderà il via il prossimo 11 settembre – con l’ennesima riconferma – certo, siamo in altri contesti televisivi – del Grande Fratello. Annoiati, non le contiamo più, oramai. Un restyling anche per questa trasmissione, in cui, stavolta, si alterneranno Vip e nip e già si annunciano i nomi delle personalità: Alex Schwazer, al primo posto; poi, Giampiero Mughini, Fiordaliso, Ciro Petrone, Grecia Colmenares, Massimiliano Varrese, Beatrice Luzzi, Samira Lui… 8 nomi 8, a fare da contraltare a chi, nella realtà conosciuta non è, ancora, nessuno. E si prova… si cerca la giusta alchimia, il tende al rilancio, anche qui, di una sistematicità, oltremodo sperimentata e abusata.

Tutto sommato, fa onore e, magari, di questo, ne avremmo potuto anche fare a meno. Magari sarebbe valsa la pena tentare, dall’altra parte. Provare, per lo meno, una seconda volta. Apportando migliorie, rivedendo il tutto, ma dando spazio – e voce – a chi, qualcosa di dire e la voglia di dirlo, in un ambito in cui già abbiamo visto di tutto – sia pur con garbo – ce l’ha.

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