Mia cara, un gettone… per la tua bocca

Mia cara, un gettone… per la tua bocca

Mitologiche. Al di là delle figure realmente appartenenti alla mitologia. Sorta di chimera in un mondo che, di per sé, rappresenta già qualcosa di inarrivabile. Esistono ancora? Sono mai esistite o sono solo il risultato di una leggenda metropolitana, in cui il racconto assume valore aggiunto se tutto diventa lecito? Così, in sintesi, le fluffers, ovvero coloro che, giovani e avvenenti, sarebbero addette, nell’ambito di un set porno, a ‘risollevare’ le sorti degli attori maschi, alle prese con le loro performance. A loro, insomma, l’arduo compito di tenere acceso il desiderio, tra una ripresa e l’altra. Devote ancelle, dedite a carezzare, succhiare, leccare… là dove occorra, l’oggetto del mistero che, poi, tanto misterioso, alla fine dei conti, non è. Ragazze a pagamento che, però, fanno esclusivamente parte dell’immaginario.

In quanto ai tempi passati, chi può dirlo. Al di là dei racconti, non esistono, ad oggi, prove effettive. Testimonianze dirette che attestino la presenza, sul set, di sexy fanciulle messe ginocchioni a svolgere ‘il loro dovere’. Dopodiché – questo sì – se ne parla e le congetture, al riguardo, si accavallano.

Stando ad alcuni, altro non si sarebbe trattato che della reale fidanzata – o moglie – del pornodivo di turno, sentimentalmente a tal punto prona al suo uomo, da seguirlo… perfino sul luogo di lavoro. Altre versioni identificano il ruolo, in mancanza di coniuge, in quello della parrucchiera o truccatrice o tuttofare. Qualcuna con altre mansioni – tradotto – raccattata alla bisogna, al fine di ‘tenere alto’ il morale (e non solo quello).

I guadagni? Una miseria; né il nome appariva nei crediti. L’onorario, per di più, non era fisso ma mutava, in base alla produzione e all’attore o, meglio, agli attori… perché tutto lascia pensare che, se di fluffers si trattava, è più logico immaginarle alle prese con scene di gruppo, orge, bukkake e gang bang. In breve, un utilizzo ‘ a largo raggio’, che ne giustificasse la presenza. Fluffers, peraltro, destinate a rimanere tali, poiché non abbastanza dotate. Troppo limitatamente talentuose. E, in ogni caso, fatte fuori dall’arrivo sul mercato del Viagra, delle ‘punturine’ al sacro attrezzo e di tutta una serie di meccanismi, che hanno letteralmente rivoluzionato, con l’andare degli anni, il mondo dell’Hard.

Eliminate, pure, su richiesta delle attrici. Una presa di potere che nulla ha a che vedere con il femminismo, tanto meno con la parità di genere; bensì, con l’ambizione economica e la superiorità di fama delle colleghe femmine, rispetto ai corrispettivi partner maschili.

Donne, per ritornare a noi, addette a scaldare l’ambiente. Tenute, per ovvie ragioni lavorative – chiamiamole pure così – a mostrarsi senza pudore, del tutto o solo in parte (nelle sezioni più interessanti del loro corpo, ovvio), o a mettersi ‘a novant’a’, motivo di gioia per chi, poi, si sarebbe dovuto dedicare al ‘duro’ lavoro. E, naturalmente, tenute a rispettare un rigido protocollo: niente segni lasciati sul pene, provocare un’erezione che risultasse… di successo, agire, secondo tempi e modi da concordare ma, sull’argomento, ci limitiamo nell’addentrarci nei particolari…

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