Con il tacco scaliamo la montagna della femminilità

Con il tacco scaliamo la montagna della femminilità

Che effetto vi avrebbe fatto Cenerentola, se invece delle sue scarpette di cristallo avesse indossato un paio di sneakers? Probabilmente, vi sareste sentite defraudate … di qualcosa. Di un sogno, mettiamola pure così, o di parte di esso. Scarpette… piccole piccole e dotate… di tacco. Già, il tacco. Eppure Lei, colf abituata alla cenere, al camino e alle ballerine non è si sentita impreparata, né colta di sorpresa, nel dovere, all’improvviso, salire sui trampoli e ‘dare il meglio di sé’. Agile e leggera, dal ballo fino allo scoccare della mezzanotte, momento di correr via – e sottolineiamo ‘correre’ – non ha fatto una piega.

Fatto sta, che si tratti di modelli in cristallo, come quello in esame, o no, i tacchi rappresentano, per noi giovani di tutte le età, un must. Ma bisogna saperle portare…

Fare pratica, dunque, si impone. Chi è abituata, perché ogni giorno le indossa, sarà tendenzialmente più a proprio agio di chi le mette solo in occasione di un matrimonio o per la notte di San Silvestro. Ciò nonostante, c’è posto, nell’imparare, per tutte. Tutte possono migliorare, grazie a una serie di tips & tricks. Un prontuario d’oro, per muoversi disinvolte, anche quando le pumps sfidano le leggi della fisica.

  • Così, ad esempio, conviene partire dalle ‘giuste misure’. A tal proposito, le Mary Jane, a cono o quadrate, sono trendy. Del resto, non occorre disegnarsi Icaro, vestendo stiletti vertiginosi e correndo poi il rischio di ‘bruciarsi’. Rammentate, il tacco va scelto in base al proprio look, alla personale fisicità – a volte, quando si hanno dimensioni mini-size, slancia più un tacco basso che esagerato – e ad eventuali problemi posturali.
  • Seconda dritta, chiamiamola in questa maniera: la fretta non è friendly, quando si tratta di portamento. Il suggerimento è, quindi, di rallentare la camminata e affrettarsi, solo laddove sia veramente necessario. D’altronde, cosa c’è di più femminile del farsi un po’ desiderare?
  • Sfrecciare sui tacchi nel bel mezzo della giungla urbana non è come girare, indossando una sneaker o una ciabattina. L’inclinazione che si crea da punta a tallone non è naturale e, per questo, quando si effettua il passo, va prima appoggiato il tallone e poi la punta, mai tutto il piede contemporaneamente. Automatizzare il movimento, con il trascorrere del tempo, conferirà un appeal da top model.
  • È una questione quantistica: con il tacco il piede si inarca, non è lineare e, per conseguenza, il passo si accorcia. Pertanto, per mantenere equilibrio e stile nella falcata è necessario procedere a piccoli passi. E’ una regola d’oro. Anche per prevenire inciampi e cadute.
  • Figuratevi, poi, di avanzare lungo una linea immaginaria, completamente dritta. Escamotage, quest’ultimo, per migliorare il portamento e renderlo… da passerella. Bisogna fissare un punto, tracciare la linea mentale e idealmente raggiungerlo, seguendo la propria traiettoria.
  • Notate bene: anche nelle borse più compatte si può infilare un paio di ballerine di emergenza. Ne esistono, al riguardo, di pieghevoli, concepite in forma di salvaguardia. Salvavita da portare appresso, insieme a qualche cerotto, per alleviare il fastidio o il dolore.
  • Ultimo, ma non per importanza: esercitarsi a casa. Fare pratica è il miglior modo per assumere un’abitudine. Senza dimenticare di alternare scarpe più comode, per evitare di affaticare troppo la schiena, la colonna vertebrale e le ginocchia. Perché i tacchi sono una favola, soprattutto se c’è il sollievo di poterli sfilare, a fine serata…

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