Quando la classe… non è acqua

Quando la classe… non è acqua

Dalla selezione dell’outfit adeguato, alla scelta dei locali da frequentare; dal linguaggio da tenere nelle diverse circostanze, all’abbandonarsi – o meno – ai pettegolezzi. Insomma, una Signora non è una ‘squinzia’ e è bene che non abbia a confondersi con una ragazzina.

A tal proposito, ecco un decalogo di suggerimenti per un comportamento appropriato, all’età e al momento. Non che non ne siamo capaci da sole, ma qualche consiglio in più – giusto per prendere le misure – non risulta mai sgradito.

D’altronde, il bon ton serve proprio a questo. A dettarci – cioè – i codici ai quali attenerci, in fatto buongusto. Qualcosa che, tuttavia, varia e, talvolta, viene cucito sartorialmente addosso, in concomitanza con l’anagrafe. Perché, anche se ci si sente giovani (il che resta comunque positivo), non bisognerebbe mai adottare atteggiamenti poco consoni. Il rischio, altrimenti, è di apparire ridicole.

  • Dunque, se a trent’anni un accenno di lingerie che si intravede da una scollatura aiutava, nell’apparire seducenti, oggi, diventate ‘grandi’, assai meglio sarebbe astenersi
  • Risultare sexy è un’arte, un dono di natura; forzare le cose per sembrarlo è tutt’altro discorso. Lasciamo, quindi, abiti succinti e affini riposti nell’armadio, insieme agli spacchi esagerati o alle gonne troppo corte. Dai 35 in poi – recita il Galateo – sarebbe bene limitarsi, sfoderando un altro tipo di femminilità, meno sfacciata e più sussurrata
  • Sempre in tema di guardaroba, con l’avanzare dell’età meglio lasciare spazio, nell’armadio, per gonne midi, pantaloni palazzo, abiti scivolati. Insomma, quanto accarezzi la figura, senza imprigionarla 
  • Anche per quel che riguarda i tacchi, c’è un discorso da fare. La loro altezza non dovrebbe mai superare un certo limite. Trampoli vertiginosi e spilli assassini – sia chiaro – non devono necessariamente venire banditi; bensì, indossati con meno frequenza, cedendo il passo ad altezze più contenute, tra gli 8 e i 10 centimetri, risparmiandosi per eventuali eccezioni
  • Parlando di make-up, puntiamo al naturale. Ad esaltare, tradotto, i tratti somatici correggendo le imperfezioni, mantenendo tuttavia l’impressione di freschezza ed evitando di fare del volto un mascherone
  • Ostinarsi, poi, nel frequentare luoghi in cui l’età media è sensibilmente più bassa della propria non premia. Meglio optare per posti ed occasioni piacevoli, in cui incontrare anche coetanei
  • Rientrare a casa all’alba? Non è più il caso. Ogni tanto va bene fare le ore piccole, certo, purché non si trasformi in un abito comportamentale…
  • A molti piacciono, vero, ma già la sfera dei pentiti è in crescita. In ogni caso, i Tattoo andrebbero evitati. Se proprio se ne desidera almeno uno, che sia poco invasivo e nemmeno troppo esposto. Situato, ad esempio, nella parte interna delle braccia, all’altezza delle caviglie o, magari, su un lato delle spalle
  • Chiacchierare ci piace, ma sparlare non può diventare l’attività preferita. Non, almeno, per una Lady. Mai, poi, in un luogo pubblico, tanto meno se il soggetto in questione appartiene alla cerchia delle amicizie più strette
  • Quanto, infine, al linguaggio, slang o i neologismi tipici degli adolescenti sarebbe raccomandato evitarli. L’uso, invece, della grammatica, così come della sintassi, accompagnati da una buona dizione aprono le porte alla curiosità altrui. Informarsi, leggere, studiare, stando in argomento, rientrano tra gli esercizi quotidiani, per mantenere i neuroni accesi e il cervello attivo. Ad completare il cerchio, un largo e aperto sorriso, biglietto da visita, nonché certificato di cortesia e di accoglienza, mai prevenuta, nei confronti del prossimo

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