Sostenibilità: quella parolina che, una volta compresa, recita di avanguardia
Lavorare per la Sostenibilità. I grandi Gruppi sono tutti in prima linea per inserirsi, secondo una comune prospettiva, nel filone di cui sopra. Ma se, per alcuni, si tratta di un profilo nuovo a cui attenersi, esistono realtà, vedi Unipol, per cui il discorso rappresenta, oramai, una consuetudine. Al riguardo, potremmo sostenere, infatti, che l’Azienda vanta quarti di nobiltà precisi. E, nel momento in cui l’Italia tutta si adopera per la ‘ripartenza’, gli interventi a sostegno dell’economia si indirizzano in un unico senso.
Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol e Vice Presidente della controllata UnipolSai Assicurazioni, in un recente intervento alla trasmissione Sportello Economy, ricorda bene il periodo, agli esordi degli anni ’60, in cui si stabilì che l’obiettivo di partenza dell’Attività Assicurativa fosse rappresentato dal mondo del lavoro, nelle sue diverse ripartizioni: dipendente, autonomo, cooperativo. Lo scopo era quello di soddisfare le categorie, considerate più esposte. Tutelare, insomma, quanti più bisognosi. Tradizione, che si è portata avanti con gli anni, in un lavoro di costante aggiornamento e attualizzazione, per non restare mai dietro le quinte.
Negli anni ’90, la messa in pratica del Primo Rapporto Sociale, secondo una politica di trasparenza nei confronti dei propri clienti, dando luogo ad un sistema di Economia Cooperativa, ancora oggi studiato in tutto il Mondo. Un approccio ‘moderno’, focalizzato verso un lavoro di definizione delle priorità, che finisce per coinvolgere, ora, anche i vari stakeholder e si specifica, secondo le seguenti argomentazioni:
- Domandarsi verso dove ci si vuole caratterizzare e muovere
- Rinvigorire il progetto di senso pratico
- Saperlo rendicontare, secondo una formula di limpidezza con il pubblico
Del resto, le puntualizzazioni, negli anni, non sono certo mancate:
- 2008: Codice Etico
- 2010: rendicontazione del Bilancio di Sostenibilità
- 2017: Bilancio Integrato
- 2019/’21: introduzione, nel Piano Industriale, dei motivi economici, ambientali, sociali
Punto di riferimento, in questo percorso, l’Agenda ’20/’30, vale a dire l’Agenda stipulata dall’Onu nel 2015, che fissa, da qui al 2030, una serie di step di trasformazione sostenibile, nei singoli Paesi e, più in generale, a livello di Pianeta.
Approva, dal canto proprio, il Presidente, tra l’altro, di Fondazione Unipolis, il concetto di Sviluppo Sostenibile introdotto, di recente, dal Governo Draghi. Escamotage, quest’ultimo, per creare – attraverso anche un ‘orizzonte lungo’, da inserirsi nella Costituzione – il concetto di giustizia inter-generazionale.
L’Europa si indirizza verso una strategia digitale, in grado di creare inclusione, nelle diverse realtà, sviluppare quello che prende l’accezione di ‘pilastro sociale‘, ovvero le idee innovative di tutela, inclusione e risposta alle necessità di welfare; mettere in campo le risposte più urgenti, accompagnate, tuttavia, da uno ‘sguardo lungo’, nella convergenza delle attribuzioni, pubbliche e private.
Dunque, alla ricerca – e questa è la premessa – del ‘soddisfacente equilibrio‘, Unipol punta alla valorizzazione degli eco-sistemi rivolti, nel dettaglio, al Welfare, alla Mobilità, al Property.
Presidente, anche, dell’Assemblea ASviS, Stefanini spiega di come, il confronto di partenza, 5 anni or sono, diede il là alla costruzione di un’Alleanza, attualmente rete decisamente all’avanguardia, composta di circa 300 aderenti, per una pluralità di voci, tutte associative e niente affatto vincolate alla politica, Pronte, ciò non di meno, ad offrire il proprio contributo, in ordine di idee e iniziative, in favore di proposte, suggestioni, soluzioni, in ottemperanza ad un rigore estremo. L’impegno e l’ambizione si racchiude, evidentemente, proprio in quest’ultimo concetto.
Favorire il processo partecipativo dei giovani, sembra, in questo senso, la fondamentale a cui appellarsi. E, insieme, innalzare cultura e prassi, rispetto alla parità di genere e sviluppare una consapevolezza assai più articolata nei territori. Ultimo anello della catena, un lavoro di accompagnamento, nei riguardi dei vari soggetti.
“Aspiriamo – conclude – a rivelarci come sorta di sentinella, democratica e indipendente, che aiuti le Istituzioni a progredire in questa direzione”. Siamo coscienti, d’altronde – questa è la chiosa finale – del fatto che ‘Qui, la partita ci coinvolge tutti‘.
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