Michelangelo: che non si trovi nella Cappella Sistina?
Un autoritratto segreto, nascosto tra i personaggi che occupano il soffitto della Cappella Sistina. Michelangelo è proprio lì, in Vaticano, raffigurato nei panni di Nostro Signore, con il braccio teso, nell’atto di creare niente meno che Adamo.
L’ipotesi – decisamente coraggiosa – è stata avanzata, di recente, da uno studioso italiano, tale Adriano Marinazzo, storico dell’arte, che presta la sua opera presso il Muscarelle Museum of Art, museo universitario affiliato al College of William & Mary a Williamsburg, in Virginia (Usa), dove cura i cosiddetti progetti speciali.
“La nuova teoria, se vera, sottolinea l’ego smisurato di Michelangelo o, almeno, il suo sfacciato senso dell’umorismo. L’intuizione, che sta prendendo piede tra gli studiosi del Rinascimento italiano, pone inoltre l’autoritratto dell’artista al centro di una delle immagini più famose dell’arte occidentale“. Il commento arriva direttamente dalle pagine del The Wall Street Journal, teso ad avvalorare la suggestiva ipotesi.
D’altronde, “Michelangelo si considerava il Messia dell’arte, quindi ha un senso“, conferma lo studioso. La scoperta arriva dopo aver studiato approfonditamente un sonetto che l’artista, in prima persona, scrisse, rivolto al suo amico Giovanni da Pistoia, agli inizi del 1500. A margine, si nota – seppur di dimensioni minimali – l rappresentazione grafica di un uomo, che si presume sia lo stesso Michelangelo. E’ ritto in piedi, con le gambe incrociate e allunga la mano, per toccare il dipinto. Una raffigurazione piuttosto simile a quella di Dio ne La creazione di Adamo, per l’appunto.
Il ‘reperto chiave presenta una posa e una postura, che tanto ricordano quella della ben più nota opera, ad ulteriore sostegno dell’idea che ritrarre se stesso possa essere stato un gesto derivato da una volontà, del tutto intenzionale.
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