Aragosta Sì… ma ci vuole tatto!
L’aragosta – in termini scientifici Palinurus elephas – prelibata e pregiata (e, perciò, anche costosa), rappresenta, per molti, un vero e proprio evento culinario. Gustarla in tavola, tradotto, equivale ad un’esperienza non da tutti i giorni, che richiede speciale cura e si avvale di preziosi consigli, da seguire nel dettaglio, qualora si voglia ottenere un risultato di soddisfazione.
Quali? Sentite un po’…
Innanzi tutto, bisogna assicurarsi di scegliere il prodotto ‘giusto’. In tal senso, è bene ricordare che qualità è sempre sinonimo di freschezza. Non solo. Gli esemplari di medie dimensioni (intorno a 1,5 kg) sono spesso i migliori per la cottura, abbastanza grandi per quel che concerne la carne, senza correre tuttavia il rischio di diventare duri o stoppacciosi.
In quanto al metodo di cottura, l’ideale è portare una grande pentola colma di acqua salata ad ebollizione. Aggiungere l’aragosta e metterla a cuocere per 7/10 minuti (rispetto al peso di 1,5 kg). Seguire la cottura passo passo, che non deve prolungarsi oltre il tempo stabilito. In tal senso, il ‘procedimento a vapore‘ conserva il sapore, ancor meglio della bollitura. Se si decide di procedere servendosi del metodo in questione, collocare l’aragosta, posizionata all’interno di un apposito cestello, sopra l’acqua bollente e cuocere, per 10/12 minuti.
In fatto di aromi e condimenti, poi, il consiglio è di mantenersi sul semplice, per meglio gustare le qualità del crostaceo. Un aiutino? Sciogliere il burro con aglio tritato, succo di limone, prezzemolo fresco e un pizzico di pepe di Cayenna. Una volta pronto, lo si può utilizzare come salsa di immersione o spennellato, in fase di cottura. Ulteriore suggerimento: marinare la carne dell’aragosta in una miscela di olio d’oliva, succo di limone, erbe fresche e aglio per circa 30 minuti, prima della cottura alla griglia.
Certo, sezionarla è un’altra impresa, ma non è poi così complicato. Per mezzo di un paio di forbici da cucina, tagliare lungo il lato inferiore del guscio della coda. Piegare, quindi, delicatamente il guscio, per estrarre la carne intera (affinché anche la presentazione risulti, poi, più elegante). Qualora si preferisca grigliare, effettuare un taglio a metà, lungo la linea mediana. Il metodo agevola, difatti, una cottura uniforme, potendo aggiungere facilmente spezie e via dicendo, direttamente sulla carne.
Ultima notazione, ma non per importanza: l’aragosta è pronta, quando diventa opaca e bianca. Conviene, dunque, volendo cuocerla, servirsi di un timer e verificare in seguito lo status quo, premendo delicatamente la carne con un dito. Soda ma non dura, se è ancora traslucida – ma solo in tal caso -necessita di più tempo.
Un’idea in più…
ARAGOSTA AL PROSECCO
Ingredienti:
- 1 Bicchiere di Prosecco
- 1 Rametto di Cerfoglio
- 1 Rametto di Dragoncello
- 2-3 chicchi di Pepe in grani
- 3 Tuorli d’uovo
- 120 gr di Burro
- 500 gr di Aragosta
- 2 Foglie di Alloro
- q.b. di Sale
- q.b. di Pepe
Preparazione:
Portare ad ebollizione mezzo bicchiere di prosecco con un rametto di cerfoglio, uno di dragoncello e 2-3 grani di pepe. Lasciare che si riduca a metà. Trasferire in una ciotola, su un bagnomaria caldo. Aggiungere 3 tuorli, sbattendo con una frusta e lasciare addensare la salsa. Togliere dal fuoco, incorporare 100 gr di burro, senza smettere di mescolare e passare attraverso un colino a maglie fitte; salare e pepare.
Scottare una coda di aragosta di 500 gr in acqua salata e profumarla con mezzo bicchiere di prosecco. Sgocciolarla, tagliarla a metà e passarla in padella, con la parte tagliata rivolta verso il basso, per 4-5 minuti, insieme ad una noce di burro, 2 foglie di alloro, sale e pepe. Di seguito, estrarre delicatamente la polpa e affettarla. Disporre nei piatti e servire come antipasto con la salsa preparata, trasferita nei mezzi gusci.
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