Come una Matrioska: quando l’architettura si fa umanista

Come una Matrioska: quando l’architettura si fa umanista

Cosa sponsorizza in una casa il taglio umanistico? “Di fronte a posizioni che valorizzano le dimensioni, l’internazionalizzazione o l’immediatezza, siamo convinti che siano necessarie nuove strategie per collegare l’architettura al luogo. Attraverso prospettive che hanno a che fare con sostenibilità, prossimità e pensiero profondo“. Questa – almeno – la risposta fornita dallo studio spagnolo Errería. Responso, che si concretizza nell’idea di una costruzione a più livelli. Partita giocata tra volumi e materiali, nell’intenzione di regalare, a chi vi risiede, una dimensione contemporanea dell’abitare. Casa Mac si configura come un progetto ‘in scala’ ma, non per questo meno efficace, aderente come è alle esigenze di chi lo vive.

Nello stabile, datato inizio ‘900, il team di designer è intervenuto a cascata, rivoluzionandolo e adibendolo a spazio multiforme, avvalorato da una dimensione domestica, che nulla lascia al caso.

Mini case, scatole di truciolato a due falde, collegate da scale di cemento e acciaio, affondano in una sorta di patio aperto, di 188 metri quadri. Strutture leggere, scolpite nel vuoto, che arricchiscono, senza appesantire, quel microcosmo di funzioni, esperienze e bisogni di cui tutti sentiamo la necessità, una volta chiuso l’uscio del nostro nido.

TRE PIANI DI IDEE

E se il piano terra si arrende ai dettami di una pianta unica, comprendendo le due ampie terrazze, la cucina, il soggiorno e la zona pranzo, una struttura autoportante in legno è – invece – destinata ad ospitare il bagno.

Percorrendo la prima rampa di scale, si accede a una camera singola, annidata – quasi – dentro una sorta di scatola a due spioventi, con cornice esterna in legno. Alla guisa di una Matrioska, il contenitore principale ne comprende un altro, color pesca, in cui alloggiano i servizi.

Lo schema si ripete al livello superiore. La camera matrimoniale è – secondo i medesimi criteri – provvista anch’essa di bagno. Ma non finisce qui. Un’ultima rampa, e ci si conduce all’area adibita a studio, incastrato sotto la grondaia esposta del tetto. Qui, scrivanie integrate si estendono lungo l’intero lato della stanza che sorveglia gli ambienti sottostanti, riproponendo una visuale assai simile a quella che si avrebbe dall’alto di un albero.

Avveniristico? Forse, ma non certo freddo. L’intreccio dei volumi e l’uso, sapiente, dei materiali, consente un ancoraggio alla realtà. Legno, cemento, acciaio e pietra si combinano, ad intermittenza, con i mattoni rossi, che fungono da sottofondo.

L’anima è e vuole rimanere rustica e a contribuire, in questo senso, intervengono anche i colori: dalle sfumature del rosa ai guizzi accesi del rosso, fino al giallo, in un compendio che denuncia null’altro che armonia. Un appartamento, capace di rispecchiare le infinite sfaccettature dell’animo di chi se ne impossessa: ruvido ma insieme delicato, open eppure intimo, seguendo la teoria neo-classica che vede l’uomo, ancora una volta, misura indifferenziata di tutte le cose.

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