Il mistero delle città perdute

Il mistero delle città perdute

Antiche Civiltà, spoglie di società un tempo floride, emblema di un potere ostentato. Qui la vita pullulava e, con essa, i commerci, l’arte, la cultura, fin quando, almeno, non accadde qualcosa di talmente rovinoso da trascinare via tutto. Città defunte, martirizzate da guerre o catastrofi naturali o, semplicemente, sfumate via, come se non fossero mai esistite. Rappresentano, tutte, un vero e proprio patrimonio per gli archeologi.

Oggi non rimangono che rovine, vaghe memorie, tracce che gli storici non sempre riescono a decifrare in termini compiuti. Ciò non di meno, il fascino resta intatto e, con esso, il mistero e la curiosità di svelarlo…

Ercolano sotto la lava del Vesuvio
ERCOLANO

Alla guisa della ‘sorella‘, assai più rinomata, Ercolano venne distrutta dalla medesima eruzione di lava e cenere che, nel 79 d.C., interessò Pompei. La colata piroclastica proveniente dal Vesuvio distrusse ogni forma di vita in cui ebbe modo di imbattersi. Carbonizzò il materiale organico, preservando – tuttavia – le strutture e i corpi.

Ancora più interessanti si fanno, a tal proposito, le centinaia di pergamene rinvenute presso la Villa dei Papiri. Unici reperti, questi ultimi, sopravvissuti fino ai tempi moderni, appartenenti all’antica biblioteca. 25 minuti di Circumvesuviana: tanto basta per raggiungere la meta, rinvenuta 300 anni or sono e ancora fonte inesauribile di analisi per i ricercatori. 

Cartagine e il suo Impero

CARTAGINE

900 anni di supremazia, in Africa del Nord e nell’Europa meridionale, non valsero a Cartagine la forza per contrapporsi all’Impero Romano. Numerose furono le battaglie, certo, prima che fosse rasa al suolo. Ma i figli di Cesarei, fortunatamente, possedevano l’inconsueta e sana abitudine di preservare i propri territori di conquista. E’ così che venne innalzata a nuova gloria. Nel Medioevo, poi, furono gli Arabi ad indossare le vesti di ennesimi predatori.

Oggi, nella periferia di Tunisi, non rimangono che le rovine fatiscenti delle terme di un tempo, templi e ville, assorbiti – di più, fagocitati – dall’espansione della città Capitale. I trasporti che a quest’ultima la collegano sono però – va detto – eccellenti. Cartagine si trova a soli 15 km di distanza e le offerte di escursioni, volendo, non si contano.

Gli antichi fasti di Babilonia
BABILONIA

Che dire di Babilonia? La storia che vanta alle spalle – la data di fondazione risale al 2.500 a.C. – è secolare, affascinante, emblematica. Circa 500 anni dopo, è assurta ad importante centro nevralgico, per quanto concerne gli scambi in Mesopotamia; glorificata, in tal senso, da Hammurabi, primo regnante dell’Impero.

Le sorti di questa longeva realtà si disegnarono alterne e tormentate. Distrutta nel VI secolo a.C dagli Assiri, venne letteralmente lasciata cadere in disgrazia nel II secolo a.C, in seguito alla morte di Alessandro Magno. Nell’attuale Iran, le sue vestigia rievocano raffigurazioni di un passato mitico, inclusa l’imponente Torre di Babele e gli splendidi giardini pensili. Ad 85 chilometri da Baghdad.

PALENQUE

Ed eccola, la Mecca degli studiosi più accaniti, situata ai piedi delle montagne del Chiapas, nel Messico sud-occidentale. Palenque, si narra sia sorta prima di Cristo: cinquecento anni dopo, divenne il centro propulsivo dei Maya.

Ne completano, attualmente, il ricordo, miti e leggende: re bambini, invasioni, decapitazioni, intrighi di corte… l’abbandono del regno. Tutto cambia, nulla cambia, qui, secondo le più millenarie leggi naturali.

Il vetusto resto di Angkor
ANGKOR

A 20 minuti a nord da Siem Reap, templi di pietra sembrano voler sfuggire – invano – alla morsa di straordinarie piante rampicanti. Intrappolata nel cuore della giungla cambogiana si trova Angkor. Una dimensione abitativa, questa, anticamente, enorme. Pare, dai risultati delle più recenti indagini, che raggiungesse i 4oo chilometri quadrati. Edificata tra il 900 e il 1200, era densa di vita. Si pensa che la popolazione sfiorasse il milione, con il ruolo di Capitale dell’impero Khmer.

Si sussurra che a decretarne l’epilogo sia stato il cambiamento climatico, in grado di influenzarne l’approvvigionamento idrico. Venne abbandonata, in maniera pressoché naturale, all’incirca 500 anni fa.

LEGGI ANCHE: Soggiornami… oppure fai scempio di me

LEGGI ANCHE: Gli Euro dell’età del bronzo erano fatti così…

Commento all'articolo