Dress code da Oscar

Dress code da Oscar

Il Covid? Non basterà ad offuscare lo smalto della nottata più prestigiosa dell’anno. In occasione degli Oscar gli standard si mantengono, dunque, alti. Ad assicurarlo, Stacey Sher, Jesse Collins e Steven Soderbergh, vale a dire i produttori della 93esima edizione degli Academy Awards.

Il 25 Aprile, secondo copione, celeb ed invitati dovranno presentarsi al cospetto degli spettatori bardati di tutto punto, come si richiede, del resto, in questi casi. Come a dire: ‘il premio è virtuale? E chi se ne importa! Qui, comunque, si fa sul serio.

La cerimonia non ammette deroghe, tanto meno riguardo al dress-code. Nonostante i mille divieti e le tante difficoltà, in virtù della ricorrenza, si intende mantenere l’allure e il glamour che al meglio le si confanno, in tutto e per tutto.

Per quelli di voi che non sono in grado di partecipare a causa dei continui disagi per i viaggi, vogliamo che sappiate che non ci sarà un’opzione per ingrandire lo spettacolo“, si legge nella lettera che i produttori dello Show hanno fatto recapitare ai vari ospiti. “Stiamo facendo di tutto per offrire una serata sicura e DIVERTENTE per tutti voi che parteciperete personalmente, così come per tutti i milioni di appassionati di cinema in tutto il mondo e riteniamo che la cosa virtuale ridurrebbe questi sforzi“.

Charlize Theron

In soldoni, per ricapitolare, o ci si presenta di persona alla Kermesse e si sfila sul Red Carpet o, in alternativa, si declina l’invito e si assiste alla manifestazione come testimoni passivi, magari davanti a una bella manciata di pop-corn. Per invogliare – e garantire – la presenza delle Star, gli organizzatori hanno annunciato che, prima e durante l’evento, verranno eseguiti una serie di test anti Covid ‘a tappeto’.

Tra l’altro, tanto per non lasciare nulla al caso, i produttori, all’interno della loro lunghissima e dettagliata missiva, hanno inteso indicare una sorta di codice di abbigliamento al quale attenersi scrupolosamente. “Formale è assolutamente cool se vuoi andare agli Oscar, ma casual non lo è”. Da prescrizione, dunque, smoking, abiti con tanto di strascico e scarpe tempestate di diamanti che qui, un po’ come a Corte, non esiste low-profile. Previo, il ritorno a casa, senza troppe smancerie e tanti saluti.

Billy Porter

L’Accademy ha anche fornito alcuni ‘suggerimenti’ circa i discorsi di accettazione. Andrà sottolineata la narrazione, il racconto di come si è arrivati al successo. Quasi a rilanciare il messaggio che, ciò che è possibile per uno può accadere a tutti. Intenzione, certo, quest’ultima, meritevole, ma che rischia di spogliare dell’adeguata spontaneità ogni più piccolo intervento.

Alea iacta est – il dado è tratto – insomma. Non resta, per il momento, che cullarsi ad immaginare cosa indosserà la ‘nostra’ Laura. Ricordiamo che la Pausini è tra i candidati alla Statuetta per il brano Io sì, tratto dalla colonna sonora del film di Edoardo Ponti: La Vita Davanti A Sé.

L’augurio, del tutto partigiano, è di tornare a casa Premio alla mano. In un elegante mise da sera, ovvio.

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