Torino, 10 ottobre 2023

Torino, 10 ottobre 2023

Siete mai stati stati all’inferno? Io è da lì che vengo. Per me ha i connotati di un appartamento all’ultimo piano di una palazzina ‘qualunque’ di Torino. Immaginatela, come tutte le altre, a metà strada tra il centro e la periferia.

Se voltate appena lo sguardo, invece, potete vedere me. Me, prima di allora. Eravamo in diversi quella sera, pronti a ‘fare baldoria’, come direbbero i grandi. Ma sì, qualche birra, gli amici di sempre… che male c’è? Guardate bene. Quella lì sono Io che rido e scherzo, un po’ impacciata. Intimidita ma, sapete, è l’età. Poi lo nascondo, non lo do a vedere ma la vita mi fa ancora tanta paura. Sbagliare, il giudizio degli altri, l’essere forgiata di un etichetta, diversa da ciò che sono. Già, ma poi ancora mi domando: ma io chi sono?

Se penso al domani? No, troppo lontano. Troppo indefinito, per ora. Per me conta adesso. Conta non fare brutta figura. Conta che io piaccia, che sia una di loro…

Una di loro… Allora “perché mi hanno fatto questo? Loro non possono fare quello che vogliono“. E invece è successo. E’ successo, una volta entrati in quella palazzina ‘normale’. C’ho vent’anni, capite? Adesso i miei anni chi me li ridà indietro? E poi spiegatemi il significato della parola Amici che Io, a quanto pare, non l’ho saputo decifrare.

Sostantivo maschile, 1.

Persona legata a un rapporto di amicizia: è un a. d’infanzia; un vecchio a. di famiglia; consiglio da a., sincero, disinteressato…

Sostantivo, 2.

Amante

Il dizionario spiega che la parola prende le mosse dalla stessa radice di Amore. Che termine complicato. Questo sì è un mistero. Come ci può essere Amore là dove c’è possesso? Guardatemi, non piango. Non credo neppure di saperlo più fare…

Colpa mia, lo so che, in fondo, lo state pensando. Non avrei dovuto bere. Superalcolici, poi. Ma che mi credevo? Non leggo i giornali? Non guado la tv… Internet? Sì, sono informata ma Io non credevo che potesse succedermi. Non con chi mi fidavo.

Quando ho telefonano, alle 9.30 del mattino, era praticamente tutto finito. Quelli del 112 mi hanno trovata giù, sotto al portone. Ora tre sono in manette. Altri tre, denunciati a piede libero per violenza sessuale di gruppo. Beh, pensate che questo mi possa risarcire? Mi possa ridare indietro la spensieratezza? Mi faccia venire la voglia di uscire di casa?

Ho bevuto, ho fumato hashish, ma l’ecstasy non era compresa. Quella ce l’hanno messa loro. Ce l’hanno aggiunta per trascinarmi sul divano di una cucina anonima e divertirsi. “Io ero confusa, avevo bevuto e preso quelle cose. Non capivo bene…” Nessuno è intervenuto. Anzi, quando mi sono svegliata ed ho iniziato a gridare, qualcuno si è messo persino a ridere. Ma chi sono i padri e le madri di questi 18enni, 19enni, 20enni…? Non gli l’hanno insegnato l’empatia? E la sensibilità? Dove si è andato a nascondere il cuore?

Chi li ha generati? Così vuoti, così deboli… Alcuni non si sono svegliati nemmeno quando la polizia ha fatto irruzione per le perquisizioni. Dormivano a terra, stramazzati per via dell’alcol e… del resto.

Me ne sono accorta perché sentivo dolore. E’ quello che mi fatta svegliare. Loro mi stavano sopra… “Ho chiesto aiuto urlando a squarciagola. Urlavo di lasciarmi stare, di smetterla… Nessuno si è mosso dalle altre stanze. Dopo che si sono fermati, se ne sono andati a dormire“.

Ci vuole coraggio, sapete, a dire: “Venite, mi hanno violentata“.

Ho perso i sensi sul divano… Mi sono risvegliata nuda, con loro sopra. Urlavo di lasciarmi stare, di smetterla. Nessuno, in quella casa, mi ha aiutata“. Semplicemente, ad un certo punto, “loro si sono… fermati e sono andati di là“.

Sono talmente privi di anima che, quando li hanno ascoltati riguardo ai fatti di quella sera non hanno provato neppure vergogna: “Sono arrivato al parco a mezzanotte e mezza, ero con tre amici“, ha raccontato uno di loro. Con loro è arrivata una ragazza… A mezzanotte e cinquanta abbiamo deciso di proseguire la serata da un amico. Abbiamo capito, già lungo il tragitto, che la ragazza era totalmente intontita. Era fuori di sé…

Poi, ha continuato: “Eravamo in tre. Io sono arrivato dopo, perché dormivo… mi sono svegliato perché ho sentito dei gemitiHo visto il mio amico sopra di lei, che era incosciente. Il secondo ragazzo sdraiato sul divano, di fianco a loro, che li guardava. Ricordo che era blu scuro. Quando il primo si è allontanato per andare in bagno, ho iniziato io“.

Sono io che l’ho portata giù e l’ho lasciata sul marciapiede“. Manco fossi stata una bambola di pezza. Una roba vecchia, una caramella scartata… è così che ci si sente. Hai addosso la convinzione che non ti vorrà più nessuno. Sei marchiata dalla loro indifferenza.

Sapete cosa mi ha detto, prima di andarsene?

Stavi dormendo. Tutti facevano così con te. Li ho visti. E ho pensato che potevo farlo anche io“.

LEGGI ANCHE: Non esiste violenza peggiore di quella che si fa chiamare amore

LEGGI ANCHE: 1975: cronologia di un fine settembre come tanti altri…

1 commento

I commenti sono chiusi